Vino e valore

Quali sono, secondo i consumatori, i fattori che attribuiscono valore al vino?

E’ con questo interrogativo che il sito Sa da Tappo ritorna ufficialmente attivo.
E’ sufficiente andare in un supermercato per osservare le diverse tipologie di fruitori di vino. Vi è colui (o colei) che opta per le bottiglie più economiche, affidandosi a vitigni localmente noti e chi sceglie etichette recanti nomi e marche famosi, nonché costosi, per “cadere in piedi” in qualsiasi caso. Giusto a metà strada tra i due, incontriamo quello che io definisco “il consumatore curioso”, il quale esplora il reparto vini con atteggiamento critico e voglia di sperimentare.
Nessuna delle tre categorie ha un approccio sbagliato, semplicemente a volte non sappiamo di avere delle alternative sconosciute ed accattivanti. Per oltrepassare la zona di comfort, serve qualche nozione di base inerente al mondo del vino e tanto desiderio di provare, permettendosi di commettere degli errori di valutazione. Del resto, si sa, sbagliando si impara.

Il prezzo

E’ doveroso ammettere che non sempre il prezzo di una bottiglia è proporzionale al suo valore intrinseco. Inoltre, non è detto che un vino da 8 euro sia necessariamente meno buono di un vino che ne costa 20. Con questo non intendo sminuire le caratteristiche di alcuni vini prestigiosi, le cui uniche peculiarità giustificano un inevitabile costo superiore anche per il consumatore. Però un normale fruitore che sceglie in autonomia quale vino comprare si precluderebbe  piacevoli sorprese se basasse la propria selezione solo sul prezzo.
Io poco tempo fa ho acquistato al supermercato bottiglie da 8-10 euro massimo e solo una volta ho riscontrato caratteristiche poco godibili al palato. Magari ve ne parlerò meglio in un articolo dedicato.

Non è una campagna finalizzata all’acquisto del vino in supermercato, però quello nel quale lavoro mi ha offerto un ottimo terreno di indagine. Sulle cantine il discorso è simile a quello sul vino, poiché vi sono tantissime aziende, anche a conduzione familiare come quella del Chianti di cui sopra, che offrono validi prodotti seppur poco clamorosi sul mercato nazionale/internazionale.
Concludo esortandovi ad essere sempre curiosi. Perché è molto più bello smentirsi che permettere ai nostri piccoli appigli sicuri di guidare ogni scelta.

 

Stay hungry, stay foolish – Steve Jobs